Antigone
Teatro Ermanno Fabbri
A proposito di questo spettacolo
La rilettura contemporanea dell’Antigone, simbolo universale di ribellione, si trasforma in una potente metafora che esplora l’eterno conflitto tra legge e coscienza.
Nel cuore della Francia occupata Jean Anouilh riscrisse l’Antigone di Sofocle, trasformandola in metafora di resistenza. Da qui parte Roberto Latini, che veste i panni della protagonista per costruire un racconto a più voci, intimo e segreto, capace di svelare le contraddizioni profonde dell’animo umano. In scena il conflitto tra Antigone e Creonte non è solo scontro di idee, ma riflesso speculare: chi è l’una porta con sé l’ombra dell’altro, e viceversa. Lo spettacolo si muove in questo spazio di ambiguità, interrogando il pubblico su una domanda che resta sospesa: siamo Antigone o Creonte, o lo siamo stati entrambi più volte? La regia fa emergere la natura archetipica del testo e la sua forza politica e poetica, trasformandolo in una meditazione sul senso della giustizia e sul rapporto tra leggi e vita. Una confessione corale che porta in scena la nostalgia del vivere, ricordandoci che il corpo insepolto di cui parla Sofocle è il nostro stesso corpo, fragile e ribelle, ancora vivo e bisognoso di senso.
Repliche
Dati artistici
scene Gregorio Zurla
costumi Gianluca Sbicca
musica e suono Gianluca Misiti
luci e direzione tecnica Max Mugnai
in collaborazione con Bàste Sartoria
produzione La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello, Teatro di Roma – Teatro Nazionale
foto di Manuela Giusto