Fedra
Teatro Storchi / Passioni – Modena
A proposito di questo spettacolo
Federico Tiezzi sceglie di confrontarsi con la versione più moderna e complessa di Fedra, quella di Jean Racine, che si ispirò alle versioni del mito tramandate da Euripide e da Seneca. Una torbida vicenda di passione impossibile, di colpa e di inevitabile punizione: la protagonista ama follemente il figliastro Ippolito e, non ricambiata, lo calunnia agli occhi del marito e padre Teseo, facendo così precipitare la vicenda. Non solo Fedra, però, è accecata dall’amore, ma, spiega Tiezzi: «ogni personaggio ama ed è amato, fugge ed è fuggito, e il desiderio si manifesta sempre come un dolore del possesso mancato, una passione dell’assenza, una forza negativa e crudele». Si avverte, qui, un evidente eco freudiano: «questi personaggi sono la rappresentazione di un mondo che sta cadendo sotto i colpi della scienza, quella scienza che porterà prima all’illuminismo e poi alla psicanalisi. Esseri dominati da passioni che né la religione né la morale né la ragione riusciranno mai a domare del tutto».
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APPROFONDIMENTI
- Una tragedia del linguaggio | Federico Tiezzi in conversazione con Fabrizio Sinisi
- Fedra: la tragedia e la sua forma | a cura del Prof. Lorenzo Mango
Dati artistici
scena Franco Raggi, Gregorio Zurla e Federico Tiezzi
costumi Giovanna Buzzi
luci Gianni Pollini
canto Francesca Della Monica
movimenti coreografici Cristiana Morganti
regista assistente Giovanni Scandella
costumista assistente Lisa Rufini
scenografa assistente Erika Baffico
scene costruite presso il Laboratorio di Scenotecnica di ERT
responsabile del Laboratorio e capo costruttore Gioacchino Gramolini
costruttori Tiziano Barone, Davide Lago, Sergio Puzzo, Veronica Sbrancia, Leandro Spadola
scenografe decoratrici Ludovica Sitti con Sarah Menichini, Benedetta Monetti, Bianca Passanti
effetti elettromeccanici Roberto Riccò
produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Fondazione Teatri di Pistoia, Compagnia Lombardi-Tiezzi
con il contributo di MiC e Regione Toscana
foto di scena Luca Manfrini